Lui lavora in un piroscafo come cameriere, ha tutta una sua vita devastata alle spalle, che non conosceremo mai. Passando per il ponte della nave, intravede una donna di una bellezza remota. Per un attimo i loro occhi si rispecchiano. Pensa a tutta una serie di possibilità impossibili solo intraviste nell’incrocio fortuito di due sguardi e viene invaso da una nostalgia amara per un futuro anteriore che non ha mai vissuto. Torna sotto coperta e inizia a bere, ma poi giunge un pacifico e discreto signore russo e allora al posto di ubriacarsi di alcool, si ubriaca di ricordi inventati, ma non per questo non veri. E inizia a raccontare…
Mi piace pensarla così.
