The Card Counter

Cosa passa per la mente di un giocatore professionista di poker quando sta decidendo se andare a vedere il bluff dell’avversario che intravede dietro una montagna di fiches al di là del tavolo da gioco?
Nulla, assolutamente nulla.
Il vuoto, riempito da algoritmi di calcolo e foderato di una maschera di impassibilità indecifrabile. Come quella di Oscar Issac. Solo se si diventa impenetrabili a se stessi si può esserlo per gli altri.
Ed è questo il solo modo per cancellare le urla, la puzza, il sangue.
L’orrore.
E il ricordo del piacere provato nell’esercitare una violenza cieca su persone inermi che certo una stanza immacolata e le meditazioni di Marco Aurelio non possono far dimenticare.
William Tillich è l’ennesimo personaggio della galleria di uomini solitari e disperati della lunga carriera di Paul Schrader; cambiano le guerre, ma il malessere, lo sradicamento, il tentativo frustrato di fuggire da se stessi rimangono inalterati. Con Travis Bickle/ Robert De Niro era il Vietnam, con William/ Oscar Issac l’Iraq e le segrete di Abu Ghraib; lì l’anonimato che rende trasparenti di un autista di taxi qui l’imperturbabilità impersonale del giocatore professionista.
L’idea è oggi, come lo era stata allora, ottima e i lunghi piani sequenza che ci introducono nei gironi dell’azzardo, ora seguendo la nuca di Oscar Isacc come in un film dei Dardenne, ora alzandosi con un dolly che riprende l’oceano dei giocatori, ci fanno dimenticare certe scelte un po’ facili di sceneggiatura, come l’espiazione di un padre putativo attraverso la redenzione del figlio elettivo. E così si può immaginare anche una nazione di giocatori d’azzardo che cancella la memoria e si anestetizza rispetto ad un presente inquieto giocando a black jack con il proprio futuro. Ma solo immaginarlo, perché Schrader è troppo concentrato sulla storia del riscatto del suo eroe per lasciare margini di ambiguità e situazioni irrisolte e così il film va da un’altra parte, inserendoci anche una storia d’amore di cui non si sentiva il bisogno e sfociando in una sfida all’Ok Corall. Peccato.

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